LA CODIFICAZIONE DEGLI SCRITTI
Nel Medioevo il processo di codificazione pone le basi per la creazione dei libri come noi li conosciamo.
I libri antichi, infatti, erano costituiti da fogli di papiro arrotolati, utilizzati per gli insegnamenti scolastici, che spesso venivano affiancati dai caudex (si consulti questo link per etimologia e approfondimento del termine: https://s270217.blogspot.com/2020/03/codificare.html ), serie di tavolette di cera prima, e fogli di pergamena poi, su cui gli studenti appuntavano le loro note. Il sistema dei caudex aveva numerosi vantaggi: erano di più pratica lettura, erano facili da individuare e da riporre, si poteva scrivere su entrambe le facciate dei fogli e si poteva interrompere la lettura in qualsiasi momento, tenendo il segno con un segnalibro.
Si iniziò ben presto a convertire ogni tipo di scritto in un caudex, ma il crollo dell’Impero romano d’Occidente bloccò quest’attività, che fu portata avanti solamente grazie all'opera dei monaci nei monasteri.
L’attività di codificazione è quindi l’attività di trascrizione e innovazione (introduzione di spazi e punteggiatura) attuata dai monaci sugli scritti dell’epoca.
Una spiegazione esaustiva su tale argomento è presentata da Carlo Rolle, esperto di storia e cultura latina, nel seguente video:
Dal punto di vista pratico, le innovazioni nell’ambito della scrittura nel Medioevo si ripercossero inevitabilmente non tanto sulla tecnologia, quanto sui metodi per tramandarla e insegnarla.
Nella società agricola, infatti, l’attività artigianale si imparava esclusivamente con il praticantato in bottega, ma, in seguito, con la rivoluzione industriale e con la nascita delle scuole tecniche, i libri di testo diventarono fondamentali per la trasmissione di conoscenze tecnologiche, che non poteva avvenire solo oralmente.
Esempio di volumen romano: foglio di papiro arrotolato |
Esempio di caudex romano: serie di fogli di pergamena rilegati |