giovedì 30 aprile 2020

STEP #12. parte A. CODIFICARE NEL MEDIOEVO


LA CODIFICAZIONE DEGLI SCRITTI


Nel Medioevo il processo di codificazione pone le basi per la creazione dei libri come noi li conosciamo.

I libri antichi, infatti, erano costituiti da fogli di papiro arrotolati, utilizzati per gli insegnamenti scolastici, che spesso venivano affiancati dai caudex (si consulti questo link per etimologia e approfondimento del termine: https://s270217.blogspot.com/2020/03/codificare.html ), serie di tavolette di cera prima, e fogli di pergamena poi, su cui gli studenti appuntavano le loro note. Il sistema dei caudex aveva numerosi vantaggi: erano di più pratica lettura, erano facili da individuare e da riporre, si poteva scrivere su entrambe le facciate dei fogli e si poteva interrompere la lettura in qualsiasi momento, tenendo il segno con un segnalibro.

Si iniziò ben presto a convertire ogni tipo di scritto in un caudex, ma il crollo dell’Impero romano d’Occidente bloccò quest’attività, che fu portata avanti solamente grazie all'opera dei monaci nei monasteri.

L’attività di codificazione è quindi l’attività di trascrizione e innovazione (introduzione di spazi e punteggiatura) attuata dai monaci sugli scritti dell’epoca.

Una spiegazione esaustiva su tale argomento è presentata da Carlo Rolle, esperto di storia e cultura latina, nel seguente video:






Dal punto di vista pratico, le innovazioni nell’ambito della scrittura nel Medioevo si ripercossero inevitabilmente non tanto sulla tecnologia, quanto sui metodi per tramandarla e insegnarla.

Nella società agricola, infatti, l’attività artigianale si imparava esclusivamente con il praticantato in bottega, ma, in seguito, con la rivoluzione industriale e con la nascita delle scuole tecniche, i libri di testo diventarono fondamentali per la trasmissione di conoscenze tecnologiche, che non poteva avvenire solo oralmente.

Esempio di volumen romano: foglio di papiro arrotolato

Esempio di caudex romano: serie di fogli di pergamena rilegati

martedì 28 aprile 2020

APPROFONDIMENTO: CODIFICARE NELLA SANITA'

 

IL TRIAGE CLINICO


Anche nella vita quotidiana si possono riscontrare numerose situazioni in cui si sente il bisogno di codificare, nel senso di attribuire un’organizzazione sistematica ad una certa procedura.

È inevitabile che ciò venga applicato anche nell’ambito sanitario, negli ospedali, dove bilanciare la necessità di mantenere l’ordine e allo stesso tempo tenere conto della gravità delle patologie dei malati. A tale scopo, è stato istituito nel 1996 in Italia il triage clinico, con lo scopo di gestire lo smistamento dei pazienti al pronto soccorso, in base alla gravità della loro patologia.
Ad ogni paziente è assegnato dunque un codice di colore differente, che determina la priorità con cui saranno visitati e curati. Da poco alcune regioni (come il Lazio) hanno deciso di sostituire alla codifica “del colore” una codifica numerica, da 1 a 5, in cui a numero più basso corrisponde patologia più grave.

L’immagine di seguito evidenzia le codifiche più aggiornate all’estate 2019 (in termini di colore e numero) e i tempi di attesa stimati.







domenica 26 aprile 2020

STEP #11. parte C. CODIFICARE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS


AMBITO STATISTICO


Tutti i dati di cui sentiamo parlare, tutte le curve epidemiologiche che vediamo analizzare, siano essi riguardanti guariti, contagiati o decessi, non sarebbero nulla senza il processo di codifica che c’è alla base.

Dopo che i dati vengono raccolti da fonti attendibili, essi vengono analizzati, studiati, codificati e schematizzati. Solo a questo punto, attraverso l’utilizzo di algoritmi, si può ricercare una qualche funzione matematica che rispecchi quell’andamento e che possa permettere di trarne previsioni o stime. Bisogna tenere però presente che quello è solo l’ultimo passo di un’oculata e rigorosa attività di analisi e codifica di quei numeri, che ogni giorno sentiamo, a malincuore, pronunciare in televisione.



Esempio di curva epidemiologica, pubblicata nel Messaggero, il 13 Marzo 2020 (e rivelatasi profondamente errata)





STEP #11. parte B. CODIFICARE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

 

AMBITO LOGISTICO E ORGANIZZATIVO


Un esempio di codifica delle persone a livello organizzativo, per regolamentare e contenere gli spostamenti delle persone, non è ancora presente in Italia, ma si può individuare a livello internazionale.

In Cina, per esempio, essendo la popolazione di gran lunga superiore alla nostra, ed essendo quindi la diffusione del virus molto più difficile da controllare, è stato adottato un sistema di gestione degli spostamenti grazie a delle applicazioni, installabili sul proprio smartphone. Esse, rilasciate dai colossi tecnologici Alibaba e Tencent, producono un QR Code, univoco per ogni cittadino, di un colore differente: verde, giallo, rosso.

Ecco quindi che ogni persona viene individuata dal colore del codice che possiede. Se questo è verde, il cittadino si può muovere liberamente, se è giallo o rosso, il cittadino deve stare a casa, limitando al minimo i contatti e praticando una quarantena rispettivamente di 7 e 14 giorni.
Ulteriori informazioni sul funzionamento di questa metodologia sono disponibili al link:
https://www.wired.it/mobile/app/2020/02/18/coronavirus-codici-qr/?refresh_ce=

Un analisi sugli effetti negativi a livello di privacy che tale sistema provoca è analizzato in un articolo di La Repubblica, disponibile al link:
https://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2020/03/03/news/verde_giallo_o_rosso_il_codice_sull_app_che_in_cina_decide_la_liberta_dei_cittadini-250107693/?refresh_ce



Prototipo dei QR Code rilasciati dalle sopracitate aziende



STEP #11. parte A. CODIFICARE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS


In una situazione di totale emergenza, come quella causata dalla pandemia COVID-19, diventa necessario attribuire un ordine sistematico ad ogni cosa, ed ecco che l’attività di codifica risulta fondamentale in diversi ambiti.

AMBITO LEGISLATIVO


Tutte le attività, tutti i gesti, anche i più banali, non possono essere svolti a cuor leggero, ma tutto va fatto nel rispetto delle norme igieniche e sanitarie, per salvaguardare la salute di tutti i cittadini.

Allo stesso tempo, però, lo Stato deve regolamentare l’attività dei settori indispensabili, deve mantenere l’ordine e deve fare sì che tali misure vengano rispettate. Tutto ciò non può essere fatto di punto in bianco, ma può avvenire solo in conseguenza alla composizione di leggi e decreti-legge ad hoc, stilati in tempo record, che codifichino tutte le situazioni che si possono presentare e ne determinino ogni tipo di contromisura (ed eventualmente le sanzioni per i trasgressori).

Si riporta, come esempio, il link al decreto-legge dell’11 Aprile 2020, tratto dalla Gazzetta Ufficiale: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/04/11/20A02179/sg

Il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nell’atto di annunciare il decreto “Cura Italia”