lunedì 20 aprile 2020

STEP #10. CODIFICARE NEL CINEMA


IL CODICE DA VINCI


Se vogliamo ricercare tale azione nel cinema, il film per eccellenza è Il codice da Vinci (2006), nel quale l’azione della codifica è la vera protagonista del film e compare in numerose scene. La trama  molto complessa e si riporta il link di essa:

Il film ha come contesto generale una disputa sulla veridicità della religione cattolica così come la conosciamo tra due associazioni: il Priorato di Sion, che conosce la verità, ovvero che Cristo ebbe una moglie e una discendenza e l’Opus Dei, che vuole nascondere queste notizie per salvaguardare il potere della chiesa.

Il primo codice ci si presenta all’inizio del film, quando al museo del Louvre un membro del Priorato di Sion, sul punto di morte, lascia un messaggio in codice, che solo il protagonista Robert Langdon e la nipote del defunto, Sophie Neveu, riescono a decifrare e che porta loro a trovare una chiave, che certifica l’appartenenza di quell’individuo al Priorato.
Di seguito viene riportata parte della scena (in lingua inglese).




Nel prosieguo del film l’azione del codificare si ripresenta nuovamente nella combinazione di una cassaforte, aperta con la serie di Fibonacci, e nella presenza di un cryptex, un contenitore cilindrico con cinque quadranti formati da lettere dell’alfabeto, che devono essere ordinati per formare una parola di cinque lettere che lo aprirà.

Successivamente i due protagonisti, per farsi aiutare a decriptare il messaggio si recano da un amico di Langdon, Teabing, che spiega loro la simbologia dietro ad un’opera di Leonardo Da Vinci, l’Ultima Cena. Tale spiegazione fa capire ai protagonisti come il Santo Graal non sia in realtà il calice, nel quale è conservato il sangue di Cristo, ma sia una codifica per indicare una donna, Maria Maddalena, moglie di Gesù.
Di seguito viene riportata la scena (sempre in lingua inglese).



Verso la fine del film il codice viene decriptato, il cryptex aperto, e il suo contenuto svelato, ma la scena non è riportata in quanto, per esigenze narrative, la scenografia non la riproduce direttamente.
 

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