venerdì 10 aprile 2020

STEP #7. CODIFICARE NELLA LETTERATURA, LA POESIA


SPLEEN


Come introdotto al post precedente ( consultabile al link: https://s270217.blogspot.com/2020/04/step-6-codificare-nella-letteratura.html ) l’azione del codificare in poesia è ampiamente ritrovabile all’interno della poetica simbolista.

Una poesia in cui tale pratica risulta particolarmente evidente è Spleen, del poeta francese Charles Baudelaire.



Quando come un coperchio, il cielo basso e greve
schiaccia l'anima che geme nel suo eterno tedio,
e stringendo in un unico cerchio l'orizzonte
fa del dì una tristezza più nera della notte,
quando la terra si muta in umida cella segreta
dove sbatte la Speranza, timido pipistrello,
con le ali contro i muri e con la testa nel soffitto marcito;
quando le immense linee della pioggia
sembrano inferriate di una vasta prigione
e muto, ripugnante un popolo di ragni
dentro i nostri cervelli dispone le sue reti,
furiose ad un tratto esplodono campane
e un urlo lacerante lanciano verso il cielo
che fa pensare al gemere ostinato
d'anime senza pace né dimora.

Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali
a lungo, lentamente, nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra
infilza nel mio cranio il suo vessillo nero.


(Charles Baudelaire, Les fleurs du Mal (Paris, 1857). Spleen è disponibile anche in lingua originale al link: https://www.libriantichionline.com/divagazioni/charles_baudelaire_spleen )



Nella poesia sono presenti numerose metafore e similitudini; si noti, per esempio, che il cielo è paragonato ad un coperchio, la terra e la pioggia rispettivamente ad una prigione e alle sue sbarre, e la Speranza addirittura ad un pipistrello disorientato. Tali figure retoriche, se ci riflettiamo bene, sono dei metodi di codificazione: oggetti comuni, umili, e animali sommessi codificano dei concetti e delle realtà molto più “alte”, come il cielo, la terra, la Speranza o l’Angoscia.

A loro volta, tutte queste espressioni servono a codificare un concetto ancora più ampio, che non è riportato direttamente, ma è lasciato all’interpretazione del lettore: quello del male di vivere, aspetto fondamentale della poetica di Baudelaire e di molti altri “poeti maledetti”.

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