martedì 7 aprile 2020

STEP #6. parte B. CODIFICARE NELLA LETTERATURA, LA PROSA


IL RITRATTO DI DORIAN GRAY


Un chiaro esempio della presenza dell’azione del codificare nella letteratura (tema introdotto nell'articolo:  
https://s270217.blogspot.com/2020/04/step-6-codificare-nella-letteratura.html , di cui si consiglia la lettura prima di proseguire) si può riscontrare in terra inglese, precisamente nel Ritratto di Dorian Gray, opera di uno dei massimi esponenti del Simbolismo europeo, Oscar Wilde.

In tale opera (disponibile nella sua interezza al link: https://www.beneinst.it/media/media/Ebook/pdf/Oscar%20Wilde%20-%20il%20ritratto%20di%20Dorian%20Gray.pdf ) viene narrata la storia di un uomo che, facendo un patto col diavolo, riesce a mantenere l’eterna bellezza e giovinezza. I segni del suo degrado fisico e interiore si manifesteranno attraverso un quadro che raffigura il suo ritratto.
Procedendo nella lettura, si può notare come il protagonista diventi un assassino, ma non mostri alcun risentimento a livello morale: egli è completamente indifferente alla nefandezza delle proprie azioni ed è il suo ritratto a sopportare questo peso.

Si può quindi osservare come il degrado morale del protagonista, la sua spietatezza, il suo cinismo non siano presenti nella sua anima, ma siano codificate in un oggetto materiale, il quadro.

In particolare, si riporta un passo, presente nel capitolo finale, nel quale Dorian Gray, dopo aver risparmiato la vita di una donna, si reca nel suo studio per osservare se ciò avesse sortito effetti positivi nel ritratto. Quello che vede, però, non rispecchia le sue aspettative:

“Entrò tranquillamente, chiuse la porta alle sue spalle, come era solito fare, e tolse il panno cremisi dal ritratto. Un grido di dolore e di indignazione gli sfuggì dalle labbra. Non riusciva a scorgere nessun cambiamento, se non negli occhi che avevano assunto un'espressione scaltra e nella bocca sulla quale erano apparse le rughe dell'ipocrisia. La cosa era sempre disgustosa - più ripugnante di prima, se possibile - e la rugiada scarlatta che macchiava la mano sembrava più brillante, più simile a sangue appena versato. Allora cominciò a tremare. Solo per vanità aveva compiuto la sua unica buona azione? Oppure per desiderio di una nuova sensazione, come aveva suggerito Lord Henry con la sua risata beffarda? O per quel desiderio di recitare una parte che a volte ci fa compiere azioni migliori di noi? O forse per tutte queste cose insieme? E come mai la macchia rossa si era allargata? Pareva essersi diffusa come un'orribile malattia sulle dita rugose. C'era del sangue sui piedi come se fosse colato, sangue anche sulla mano che non aveva impugnato il coltello. Confessare? Voleva dire che doveva confessare? Denunciarsi e farsi condannare a morte? Rise. L'idea gli sembrava mostruosa. D'altra parte, se anche avesse confessato, chi gli avrebbe creduto? Della vittima non rimanevano tracce. Tutto quello che gli apparteneva era stato distrutto. Lui stesso aveva bruciato le cose che erano rimaste dabbasso. La gente avrebbe detto semplicemente che era matto. Se avesse insistito lo avrebbero chiuso in manicomio... […] Pensava a Hatty Merton: non era infedele, questo specchio della sua anima che stava fissando. Vanità? Curiosità? Ipocrisia? Solo questi erano i motivi della sua rinuncia? No, c'era stato qualche cosa di più. Almeno così pensava. Ma chi poteva dirlo? ... No, non c'era stato nient'altro. L'aveva risparmiata per vanità, per ipocrisia aveva indossato la maschera della bontà, per curiosità era stato spinto alla rinuncia.”

Infine, è bene far notare come il degrado del protagonista del libro, sia in realtà un espediente adottato da Oscar Wilde per testimoniare il degrado della società dell’epoca.
Di fatto si può quindi trovare una codifica nella codifica: i sentimenti e i comportamenti della società sono racchiusi nella figura di un individuo malvagio, le cui azioni negative sono a loro volta rappresentate in un oggetto.

Fotogramma tratto dal corrispondente film "Dorian Gray"; 2009

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