lunedì 1 giugno 2020

STEP #22. CODIFICARE NEL FUTURO


UN CODICE EXTRATERRESTRE


PREMESSA: Non ci sono ancora prove concrete dell’esistenza di creature extraterrestri, ma l’ipotesi che l’uomo non sia solo nell’universo non è solo una congettura.

Nel 2010, in particolare, era trapelato un documento delle Nazioni Unite nel quale si leggeva che l’astrofisica malese Mazlan Othman era stata designata come Ambasciatrice con la terra per le comunicazioni con gli Extraterrestri. Tale notizia era stata però prontamente smentita.
Ora, lungi dal dimostrare l’esistenza di altre forme di vita nell’universo, si può ipotizzare che, in un futuro più o meno lontano, una figura come quello della Othman debba esistere.

L’astrofisico e astronomo Frank Drake ha stimato, attraverso un’equazione, ( la cui spiegazione è consultabile al link: https://it.wikipedia.org/wiki/Equazione_di_Drake ), il numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra Galassia con le quali si può pensare di stabilire una comunicazione.

Ma, nell’evenienza in cui si venga in contatto con tali civiltà, come penseremmo di comunicare? Di certo non possiamo pretendere che gli extraterrestri conoscano la nostra lingua o qualunque altra lingua presente sulla terra. Di certo bisognerà elaborare un codice di conversione dal linguaggio terrestre a quello alieno.


MECCANISMO DEL CODICE

È probabile che, se gli extraterrestri usassero un linguaggio naturale, essi abbiano una struttura neurobiologica simile alla nostra, essendo dimostrato che il linguaggio discende dall’attività neurale degli individui. In questo caso la comunicazione non dovrebbe essere impossibile da instaurare.
Partendo da numerosi esperimenti di interazione umana e aliena, aiutandosi con gesti e disegni (ricordiamo che gli ideogrammi sono le prime forme di scrittura umana) sarebbe possibile stilare un vero e proprio Dizionario di traduzione del linguaggio alieno ed elaborare un software di conversione istantanea di linguaggio terrestre in extraterrestre e viceversa.

Invece, nel caso in cui la biologia aliena fosse profondamente differente da quella umana, tale software potrebbe essere realizzato, ma grazie a un “dizionario” elaborato in maniera profondamente diversa.
La conversione di linguaggio dovrebbe essere regolata a partire da meccanismi di scelta binaria, la stessa tecnica che si adotta per generare gli algoritmi di intelligenze artificiali e che è alla base dell’automatica e della robotica.


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